Pubblica Assistenza Fidenza

La nostra storia

Tutto cominciò in una serata di primavera del 1970, quando a casa del dottor Quaretti squillò il telefono. Dall’altra parte del filo non si trovava un paziente del dottore ma il signor Roberto Pietra (conosciuto come «lo zio» dai militi più anziani), che gli domandava «Dottore, lei cosa ne pensa di questa idea qui?» L’idea altra non era che quella di fondare in Fidenza un’associazione di pubblica assistenza, già esistente a Salsomaggiore Terme ed a Busseto. Lo scopo per il quale sarebbe nata era ed è rimasto quello dell’assistenza agli infortunati ed agli ammalati nel modo più veloce e sicuro possibile. Così, per offrire un servizio più sicuro e specializzato, e per sopperire alla carenza degli Enti Pubblici, si fondò la Pubblica Assistenza di Fidenza.

Inizialmente si creò un comitato promotore, composto dal dottor Quaretti, presidente, dai signori Pietra Roberto, Cavalli Gianni, Mario Mingardi, Pizzelli Giacomo, Ciati Carlo, Castelli Bruno, Rastelli Claudio e Molinari Giorgio. La prima riunione di questo comitato si svolse nell’ambulatorio del dottore. Lì si misero bene a fuoco le idee e si iniziò a creare lo statuto dell’associazione. Si mise così in moto, praticamente dal nulla, una macchina che aveva come motore la grinta e la volontà dei promotori e come autista l’esperienza del dottor Quaretti.
I risultati non si fecero attendere: il 10 giugno del 1971 venne infatti ufficialmente fondata l’Associazione, davanti al notaio Dottor Lino Demaldé ed al cospetto dei sedici firmatari.

Un particolare interessante che merita di essere ricordato: quel giorno il Notaio non venne pagato! Gli furono rimborsate le sole spese della carta bollata ma non la sua parcella, che nemmeno in seguito venne presentata. Altre due volte, in occasione della modifica dello Statuto, il Notaio, dottor Demaldé non chiese alcun compenso. Questo sta a dimostrare le precarie condizioni economiche della novella associazione e la particolare sensibilità del Notaio nei confronti della P.A.

Una volta costituita l’Associazione, bisognava trovare una sede ed un mezzo di trasporto per gli infermi. La sede venne trovata in via IV Novembre, di fronte a «Belacavala», così familiarmente i vecchi borghigiani chiamavano Zanella e il suo casato, sede che aveva a disposizione un garage, un ufficio ed un piccolo magazzino.

Con la sede arrivò anche la prima ambulanza, un Ford, che allora venne pagata 2 milioni e 400 mila lire. Il dottor Quaretti ricorda che il carrozziere che doveva attrezzare la vettura gli telefonò alle 19,15 per avvisarlo che il mezzo era a sua disposizione. Non fece in tempo, il carrozziere, ad abbassare la cornetta del telefono che già il dottore aveva lasciato il suo ambulatorio per precipitarsi a ritirare l’ambulanza. Alle 19,30 questa era già in sede, pronta per l’uso.

Fortunatamente l’allora telefonista, signor Pietra, non venne «disturbato» dallo squillo del telefono; l’ambulanza, però, uscì ugualmente per i suoi primi chilometri «ufficiali» solamente per fare un giro sino a Castione Marchesi con autista il dottor Quaretti, «… tanta era la voglia di provarla».
L’allertamento era costante, minuto per minuto, ora per ora. C’era in tutti l’entusiasmo dei neofiti, un «materiale» questo che sembra sia rimasto ben marcato, inossidabile, e più di un milite fra neofitismo e assiduismo di volontariato ne ha messo assieme parecchio. Il Renzo, il Gino e altri hanno messo assieme più di mille servizi, tanti che per ricavarne un conteggio di tempo ci si dovrebbe affidare alla calcolatrice, e nel lungo elenco troviamo i nomi delle nuove leve, preziosa linfa e garanzia di un futuro dell’Associazione.
Un altro particolare interessante, riguarda la sede, rivelatasi ben presto «stretta» anche se il geometra Ciati era riuscito ad ottenere, dai proprietari, l’affitto di un appartamento di sei stanze nello stesso palazzo: occorreva un posto più spazioso, anche in vista dell’acquisto della nuova ambulanza.
Proseguiva intanto il lavoro di organizzazione dei servizi e di sistemazione della sede. Venne costituito un Comitato Ricreativo con il compito di reperire fondi tramite l’organizzazione di tornei di calcio, marcelonghe, feste danzanti. Non mancavano, tuttavia, momenti di divertimento e di svago all’interno dell’Associazione.